Archivio per marzo, 2012

l'uomo di marketing e la variante limoneSarà che molte delle battute mi erano state anticipate dagli amici che mi avevano consigliato questo libro, ma non l’ho trovato divertente come mi era stato preannunciato.

Le decisioni sulla campagna pubblicitaria da intraprendere per un nuovo prodotto vengono disegnate in maniera talmente inverosimile, che è difficile per un profano coglierne l’ironia.

Anche i siparietti dedicati alle battute durante l’ora di pranzo, al di là della battuta, sono troppo esagerati.

Unica nota positiva, la lunghezza, anzi la brevità, che ti permette di leggerlo mentre aspetti che parta il treno, strappandoti qualche sorriso.

Forse è un po’ troppo anni ’90, che non sono ancora tornati di moda.

Voto complessivo 6/10

La terribile banda dei "tredici" piratiChe peccato non aver letto i libri di Michael Ende quando andavo alle elementari! Questo “La terribile banda dei ‘tredici’ pirati” è il seguito dell’altro libro già recensito in questo blog “Le avventure di Jim Bottone”, di cui ne costituisce la conclusione delle vicende.

Ancor più zeppo di avventure del primo, questo libro contiene tanti elementi che oggi sono cari agli appassionati di fantasy: enigmi, draghi, tesori, essere fatati, espedienti, pirati (vabbé questi ultimi si potevano dedurre dal titolo).

La storia e il ritmo della prosa lo rendono meno infantile rispetto al primo libro e quindi godibilissimo anche dai bimbi un po’ cresciutelli (dai 20 ai 110 anni insomma).

Perciò non indugiate: se vi piace l’avventura e il fantasy correte a leggere questo libro e non esitate a regalarlo ai bambini che vi sono cari e che volete che imparino a sognare.

voto complessivo 9/10

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Delizioso.
Con un grande omaggio al mestiere dell’attore, Ozpetek ci regala un delizioso film in cui la parte da protagonista la fanno le emozioni.
Se ne provano tante: si ride, si piange, si ha paura, ci si stupisce. Tante emozioni quante sono le facce e le espressioni che un attore sa fare, attraverso le quali quelle emozioni le esprime.
Chissà se è un caso se è proprio nell’anno in cui l’Oscar lo ha vinto un attore che nel film non parla (Dujardin in The Artist, per chi non lo sapesse) e ci fa vivere la storia solo attraverso le sue mille espressioni, che Ozpetek confeziona questo film dedicato a questo mestiere. Quasi a sottolineare il fatto che, con attori come quelli di questo film (tra cui Elio Germano e la “solita” Margherita Buy), non servono effetti speciali per raccontare una bella storia.

Voto complessivo 9/10

Le avventure di Jim BottoneNon sono più un adolescente (lo confesso) e quindi questa lettura dei libri di Michael Ende appare senz’altro fuori dal tempo. Questo “Le avventure di Jim Bottone”, in particolare, è decisamente un libro per bambini. A differenza del più maturo “La storia infinita”, le avventure e il ritmo sono più semplici, più adatte alla fantasia di un lettore non smaliziato quale può essere un bambino.

Eppure…

La storia è appassionante, va detto. La struttura a mini capitoli la rende ideale per una lettura al letto, con il bimbo sotto le coperte e il genitore che legge un racconto (si fanno ancora queste cose?), anche perché le domande che il bambino farà sulla storia sono sicuramente tante (del tipo “ma esiste questa cosa? E questa può essere? Ma io sono stato adottato?” non so se mi spiego).

Quindi, se non lo avete letto da bambino e se non siete intenzionati ad intraprendere una lettura storiografica dell’opera omnia di Michael Ende, allora vi conviene aspettare di avere un bambino/una bambina, tra i 6 e i 12 anni, a cui poter leggere questa storia bella e appassionante.

Voto complessivo 8/10

ImageUna storia dell’orrore. Il titolo sembra già dire tutto. Ma questo telefilm va oltre i luoghi comuni sull’orrore. Sì, è vero, ci sono tutti i tipici episodi ed espedienti dei film “horror de paura” americani (la cantina, la soffitta, i rumori improvvisi, etc.; a metà stagione c’è anche un forte riferimento ad un notissimo episodio di cronaca nera), ma c’è anche l’orrore più comune: la paura di vedere insidiata l’istituzione familiare, di perdere i figli o i genitori.

Gli episodi sono veramente inquietanti e recitati magistralmente (inutile sottolineare la bravura di Jessica Lange, premiata anche con il Golden Globe).

Il finale, forse, (sto parlando dell’ultima puntata della stagione, la dodicesima) lascia un lieve sapore di amaro in bocca, non perché non sia all’altezza delle altre puntate, ma perché un po’ tirato per le lunghe con un solo episodio degno di nota ; però la serie vale assolutamente la pena di essere vista… se non avete paura del buio, ovviamente.

voto compelssivo 8/10

ImageDopo il tramonto e prima dell’alba, in una Tokio oscura e aliena, eventi casuali si incontrano in maniera lieve e forse inconsistente. Una serie di pennellate oniriche e voli pindarici di un occhio/telecamera sono descritti da una impersonale voce fuori campo.

Tutto può accadere di notte, periodo che normalmente non viviamo e i protagonisti che lo fanno arriveranno a incontrare parti di sé dimenticate da tempo.

Ancora più del solito, questo libro di Murakami ha una trama che è tutta nell’occhio e nelle orecchie del lettore, che è l’unico che può ricavarne un filo narrativo. Se vuole ovviamente.

Se cercate una storia in cui l’autore vi svela la chiave del racconto, allora questo libro non fa per voi.

 A me è venuta voglia di stare sveglio una notte intera.

voto complessivo 8/10

xy

xy, un romanzo di Sandro Veronesi

Uno strano romanzo questo di Veronesi. Per fargli un complimento potremmo dire che è una storia senza senso. E confermo il concetto che si tratta di un complimento.

Un po’ kafkiano, se vogliamo: succede qualcosa di terribile e inspiegabile e l’autore è interessato più ad analizzare come si reagisce di fronte a questi accadimenti, piuttosto che indagare su come sono successi e su chi li ha causati.

E il tutto sotto due punti di vista: uomo e donna, scienza e fede, chi l’ha vissuto e chi ne è stato testimone. Proprio come in una puntata di X-Files! Due come X e Y, appunto, che sono anche il simbolo delle incognite: incognito è ciò che accade, sconosciuto è il modo come reagiamo.

Forse si fa un po’ dì fatica ad identificarsi in quanto accade nel romanzo, proprio per la sua assurdità: sarebbe come cercare di immedesimarsi in un abitante dell’antico Egitto subito dopo le sette piaghe.

 

Un libro non facile, quindi, ma sicuramente interessante. Chi cercasse un giallo lo evitasse.

Voto complessivo 8/10