Downton Abbey

Pubblicato: 8 febbraio 2013 in 6/10, dramma, DVD, famiglia, telefilm
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downton abbey il castValanghe di premi hanno investito questo telefilm e ora, dopo averne visto tre stagioni e i due speciali natalizi posso dire che l’ho trovato abbastanza noioso.

Per carità, la ricostruzione storica sarà pure accurata (si svolge all’inizio del 900, nello Yorkshire), la recitazione degli attori sarà impeccabile, la lingua sarà ricercata (ci sono alcuni errori storici ben perdonabili) e alcune battute veramente raffinate, si piange e si ride, ma tutto ciò non basta.

La trama è stiracchiata, incentrata sull’interazione tra aristocrazia e servitù (o tra membri della stessa classe sociale) con problematiche tipiche di questo mondo, che però risultano veramente poco interessanti nella serialità: possono andare bene in un film (vi dice niente quel capolavoro di film intitolato Quel che resta del giorno? Ecco non c’entra nulla con questo telefilm) o in un libro (con tema simile vi consiglio Snob, sempre di Julian Fellows, il creatore di Downton Abbey), in cui le vicende sono legate in una trama unitaria e limitata nel tempo.

In questo telefilm le sottotrame spesso si trascinano per puntate e puntate per poi risolversi all’improvviso magari con una lettera o con un’alzata di sopracciglia oppure in alcune puntate sembra che non succeda nulla (Wow, hanno comprato una casa!).

Forse il problema è legato al gran numero di personaggi, ognuno dei quali merita attenzione e quindi gli autori, cercando di mescolarne le storie, son costretti a dare ad ognuno brevi flash, dimenticando a volte che stanno girando un telefilm.

L’unica nota di eccellenza, per la quale vale veramente la pena di seguire questo drama, è data da Maggie Smith, con il suo inglese e il suo atteggiamento così posh, così snob, così aristocratico, ma tanto esilarante, abbinato ad una elevata saggezza derivata dall’età e dalla consapevolezza di essere effettivamente superiore, senza il bisogno di dimostralo.

Ovviamente è da seguire rigorosamente in inglese.

Voto complessivo 6/10

commenti
  1. mamiche ha detto:

    Capisco essere compassati e sobri nell’esprimere le proprie emozioni, ma i personaggi manifestano i loro sentimenti con una tale compostezza che ogni tanto ho pensato fossero parte di un’installazione nella formaldeide di Damien Hirst. Siamo sicuri che Downtown Abbey non sia una serie comica? Tipo Monthy Python? No, perchè alle volte…
    Comunque vorrei sottolineare l’attore più scarso del mondo, Dan Stevens, il biondo. Non ricordo qualcuno più finto di lui.

    • nospoilerplease ha detto:

      Beh, mamiche, però non ci dimentichiamo che ci troviamo nell’Inghilterra edoardiana, là dove alla notizia di un lutto il massimo che puoi sentirti dire è “would you like a cup of tea?”

  2. mamiche ha detto:

    «a cup of formaldehyde» you mean…

  3. mamiche ha detto:

    Actually, everybody seems to have a “I-swallowed-a-broomstick” snobbish posture (but the servants of course). But only Maggie gives to the broomstick posture a credible meaning. The others, on the contrary, seem to have some physical problem, coping with backache or worse, trying not to let own digestion make improper sounds.

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